lunedì 2 maggio 2011

THE ABBOT'S WAY 2011 - 125 KM DI PURA FOLLIA



Giovanni all'arrivo dopo 125km ( si, si avete letto bene 125 )

Da Bobbio(Ms) a Pontremoli (Mc), un itinerario del 600 d.c che gli abati religiosi di Bobbio percorrevano per raggiungere Roma.
Una corsa nella storia lunga 125 Km.
Meravigliosa e' un termine troppo riduttivo per definirla, cosi' come impegnativa risulta un termine altrettanto riduttivo perche' la fatica per portarla a termine e' immensa, direi inimmaginabile. Gli organizzatori ci dicono di non spaventarci, ma il rapporto con la mitica 100 Km del passatore e' 1:3 (1 Abbots equivale a 3 Passatori) non fosse altro che la distanza e' maggiore ed in mezzo hai la scalata del Monte Bianco + 700 metri (5500 infatti e' il dislivello complessivo della gara). Il percorso pero’ e’ semplicemente favoloso: dietro ogni angolo c’e’ una sorpresa per gli occhi, per il cuore e per l’anima di chi intraprende questo viaggio.
Il fisico e' messo a dura prova ed in piu' occasioni: si passa dal sole cocente (20°) al freddo dei 1300 slm (+3°), dalle pietraie agli sterrati, dall'attraversamento di torrenti , dove devi necessariamente immergerci tutto il piede se vuoi passare , alle ripide salite su roccette, dalla corsa in mezzo alle nubi basse a dei passaggi appena segnati in boschi verdissimi che corrono per km e km. Ma la cosa peggiore di questa edizione e' stato il fango a seguito delle piogge e della neve cadute nei giorni precedenti; almeno 15 km sono stati percorsi in queste condizioni con le scarpe completamente immerse nel pantano. Credetemi la voglia di mandare tutto all'aria mi e' balenata in piu' occasioni.
Perdersi e' un attimo. Benche' l'organizzazione tracci con pazienza l'intero tratto, la distanza e' enorme e non stiamo parlando di una strada asfaltata. Anche a me, come a molti altri, e' capitato di trovarsi "fuori giro": questo significa perdere anche 1 ora in quanto la strada da ripercorrere per recuperare o e' in salita o in discesa: i punti piani dove puoi correre liberamente sono advvero pochi.
E' una corsa che fa bene allo spirito (un po' meno al fisico): ho percorso tratti di oltre 3 ore senza incontrare un'anima, ma solo boschi, prati (in altura), chiese abbandonate, piccoli paesi in rovina, campanili diroccati e tanti, tanti animali liberi. I ristori erano l'unico riferimento che mi riportava al nostro secolo, per il resto tutto sembrava essersi fermato a 1400 anni fa.
E' stata un'esperienza unica, ma molto provante. Quando dalla cima dell'ultima montagna, dopo 125 km ho visto il ponte Gobbo di Bobbio ed ho udito i rumori delle macchine, ho capito che ce l'avrei fatta: si perche' anche qui ho visto persone sull'ultima pietraia - una discesa lunga 2 km - seduti a piangere dal male ai muscoli e alle vesciche ai piedi , arrivare dopo 1 ora e piu'.
"Per aspera ad astra" e' il motto della corsa "la via che porta alle Stelle e' irta di ostacoli" e non c'e' nulla di piu' azzeccato.
Questa e' una corsa dove, se arrivi , devi ringraziare solo te stesso, ogni tuo singolo muscolo, tendine, o altro organo vitale che alberga nel tuo corpo.
Io volevo invece ringraziare anche due compagne di viaggio: "Fatica" e "Volonta' ": la prima mi ha seguito fin dal primo Km e non gli ho mai dato retta, la seconda invece, la incontravo nei momenti difficili e mi ha aiutato a superare ogni crisi.......fino in fondo.

Ciao Giovanni

1 commento:

patrizia ha detto...

quando vi vedo arrivare (sono sempre al ristoro a Bardi), mi dico che siete proprio matti; ma poi vi guardo meglio, vi ascolto, leggo i vostri commenti e quasi quasi mi vien voglia di seguirvi...
Non lo farò mai (se non in più tappe e camminando, ma spero di rivedervi tutti e ancor di più nel 2012, perchè ci si deve sempre mettere in gioco. Ciao, complimenti!